Grazie Valentino by Giorgio Terruzzi

Grazie Valentino by Giorgio Terruzzi

autore:Giorgio Terruzzi [Terruzzi, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sports & Recreation, Motor Sports, Biography & Autobiography, Sports
ISBN: 9788858682074
Google: G8FwCgAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2015-09-01T22:00:00+00:00


Quattro

«E quel Valentino lì?»

Il padrone del bar si chiama Giuseppe. Ogni mattina che Dio manda in terra, pone questa domanda, immancabilmente, come se monitorare la tua situazione fosse la prima cosa messa in scaletta, guai a sgarrare.

«E quel Valentino lì?»

«Cosa?»

«No, dico, com’è?»

«Bene, penso, non so.»

«Sì ma che dice? Che fa?»

L’affetto delle persone lo si misura nei momenti grami. Giuseppe, come me, come tanti, si è affezionato a te, come se fossi un fratello, un figlio, un nipote. Fa il tifo, gioisce, litiga con chi ti critica. Soprattutto, si preoccupa quando non sono solo fiori. Ed è questo ciò che distingue, che pone accenti diversi sulla passione, sul senso da dare allo sport come specchio della vita.

Ogni legame si basa su ciò che passa tra chi questo legame stringe. È un lusso bidirezionale, un dare e avere, per come si può. Così accade per molti di noi che dal tuo correre hanno ricevuto conforti, soddisfazioni, gesti eclatanti, gioie festive, una lunga sequenza di avvenimenti degni di attenzione. Da contraccambiare con una gratitudine a fondo perduto che viene fuori proprio quando qualcosa non va, quando tocca tener duro, patire e subire.

Sto parlando di un’orbita anomala dell’amicizia, sia chiaro: tifosi e campioni non si frequentano, non si confessano. Eppure anche qui circolano sentimenti caldi, non sempre interessati, l’intenzione di confortare l’altro, qualcosa che appartiene alle relazioni profonde e tiene insieme le nostre esistenze. Sono convinto che, guardando indietro, abbia avvertito una partecipazione autentica, soprattutto quando ti è capitato di cadere. Mosse sbagliate, errori, scivolate. Sono cose che succedono a chiunque, te compreso. Momenti critici, esposti anche quelli, diversi nella loro natura. Errori commessi con la testa oppure con le mani, con i freni. Errori tecnici, errori umani. Cadute, alcune fragorose. Di tensione, di stile, scelte sbagliate. E le cadute fisiche, sempre inquietanti. Una faccenda da mettere in conto a tempo pieno perché il motorismo comprende una crudeltà sconcertante, tocca tenersi pronti ad affrontare accadimenti spaventosi.

Vista dal vivo è diverso. Una caduta è come una sberla presa senza preavviso. Niente a che vedere con ciò che accade davanti al televisore, dove pure la dinamica pare lampante, una scena da rivedere al rallentatore cercando di capire cosa diavolo sia accaduto. La differenza la fa la distanza, la fa l’acustica. Ed è esorbitante. Una sequenza dinamica, il suono rassicurante prodotto dai tubi di scarico che si spezzano, fa esplodere un annuncio istantaneo, immediatamente travolto da altri rumori imprevisti. Sibili misteriosi, parti metalliche a grattare l’asfalto, il frastuono di qualcosa che cede, si sbriciola, raschia e striscia. Tutto in una frazione di secondo. Non si fa in tempo a tenere d’occhio nulla, ogni traiettoria, fissata da dieci, cento passaggi pregressi, perde consuetudine. Generando un terrore immediato, l’esatta percezione di un pericolo già incombente, che riguarda chi guida e chi guarda, senza alcuna possibilità di sfuggire a ciò che accade, è già accaduto.

È una esplosione, una dissonanza da panico. Pezzi di metallo, fibra di vetro, schegge di colore come minuscoli led che permettono di riconoscere il protagonista di



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